di Umberto Berti
Molteplici e significativi sono i motivi per cui il centenario di Piero Pezzè è degno di essere celebrato: fu direttore di innumerevoli cori e, dal ’48 al ’53, dell’Orchestra sinfonica di Udine; fu un divulgatore musicale convinto e convincente, in particolare dai microfoni di Radio Trieste. Si dimostrò accorto indagatore della contemporaneità artistica anche in tempi nei quali il successo procedeva in senso diametralmente opposto all’avanguardia; produsse oltre 150 opere in varie aree compositive, catalogandole curiosamente con numerazione inversa: l’op. 1 è l’ultima sua creazione. Pezzè comprese profondamente i linguaggi del secolo scorso e assunse una costante posizione di ricerca evolutiva, partendo da estremi tonali per approdare alla politonalità, all’atonalità, al serialismo in modo sempre conciliativo, applicando una sensibilità controllatissima e filtrata attraverso un solido assetto formale e il costante riferimento alla tradizione musicale friulana. Una natura schiva e refrattaria ad ogni ostentazione si coniugava con l’introspezione e l’amore per la ricerca: la musica creata era anche per lui «un manoscritto nella bottiglia», un lascito a orologeria. Calzanti e incisive le parole - riferite a Pezzè - del pianista udinese Nino Gardi: «Il musicista "vero", non ha mai rabbia, perché ha una vita ricca; egli pratica quanto di meglio esiste al mondo, quindi è un fortunato in ogni caso».
Il Legame dell'Associazione Gaggia con Piero Pezzè
Il legame dell'Associazione Gaggia con Piero Pezzé fa riferimento soprattutto al suo lavoro di ricerca sulle molteplici attività e l’operato etnomusicografico della musicista russa Ella von Schultz Adaïewsky, affascinante figura troppo a lungo sottovalutata, di cui tanto si è occupata l’Associazione cividalese e di cui Pezzé aveva intuito, già quarant’anni fa, il valore culturale. Proprio i numerosi appunti di Pezzé rinvenuti nel suo archivio e messi gentilmente a disposizione dalla figlia Francesca, hanno dato nuovo impulso alla riscoperta e all’approfondimento dell’operato della Adaïewsky, costituendo il seme che ha portato la Gaggia a risultati insperati, quali la presentazione di alcuni brani della musicista in diretta radiofonica RAI ai Concerti del Quirinale nel 2013 e la pubblicazione, nel 2012 per i tipi della L.I.M., di un suo fondamentale manoscritto, Un voyage à Résia, ritrovato nel 2009.