UNESCO Goodwill Ambassador
Ivry Gitlis – The Art Of Violin
Cividale del Friuli, 28 ottobre – 3 novembre 2011
Associazione Musicale Sergio Gaggia
Città di Cividale del Friuli
Assessorato alla Cultura
Regione Friuli Venezia Giulia
Fondazione CRUP
con la collaborazione
Fondazione de Claricini Dornpacher
Orchestra d'archi Ferruccio Busoni
- Gli Appuntamenti
- "Il Caso Gitlis" di Alberto Cantù
- Ivry Gitlis – Biografia sintetica
- Picture Gallery
- Downloads (Locandina, Inserto, Pieghevole)
Gli Appuntamenti
Cividale del Friuli
Venerdì 28 ottobre 2011, ore 21
Salone degli stucchi della Società Operaja di Mutuo Soccorso ed Istruzione
Proiezione del documentario "The art of violin – davil's by art" di Bruno Monsaingeon
a seguire intervista live di Alberto Cantù a Ivry Gitlis
Domenica 30 ottobre 2011, ore 18:00
Teatro Comunale Adelaide Ristori
evento - concerto "Ivry Gitlis and Friends"
Ivry Gitlis, Priya Mitchell, Lucio Degani, violino; David Briatore, viola; Luigi Puxeddu, violoncello; Andrea Rucli, pianoforte
Introduzione di Alberto Cantù
musiche di R. Schumann, F. Kreisler, E. Bloch, P. Ciaikovski
Trieste
Martedì 1 novembre 2011, ore 11:00
Museo Revoltella
Orchestra d'archi Ferruccio Busoni
Massimo Belli, direttore
solisti Ivry Gitlis e Lucio Degani, violino;
Introduzione di Alberto Cantù
musiche di F. Kreisler, P. Ciaikovski, G. Verdi, A Bazzini
"Il Caso Giltis" di Alberto Cantù
E’ un bel colpo per l'Associazione Musicale «Sergio Gaggia» – meglio: un giusto riconoscimento – avere di stanza Ivry Gitlis, uno dei violinisti che hanno fatto il Novecento, decano del violino nonché memoria storica del secolo appena trascorso e artista che, da grande, ha conosciuto tutti i grandi del suo tempo.
E’ un colpo gobbo avere Gitlis a Cividale per incontri, master e concerti, cui se ne aggiunge uno in trasferta a Trieste con l’Orchestra Busoni diretta da Massimo Belli. Un’iniziativa sposata dal Comune della città di Cividale per lo spessore del personaggio, «ambasciatore speciale e straordinario dell’Unesco»; l’Unesco che da poco ha inserito la Cividale longobarda nel suo prestigioso elenco!
Vediamo prima gli appuntamenti e poi l’artista: da Haifa (Israele), classe 1922.
Cividale. Il 28, 29 e 31ottobre, una Masterclass tenuta dal Maestro. Ancora il 28, alle 21 presso la sala degli stucchi della Società Operaja di Mutuo Soccorso ed Istruzione, proiezione del film-dvd di Bruno Monsaingeon The art of the violin (a dialogo, Gitlis, Itzhak Perlman, Yehudi Menuhin, Hilary Hahn e Ida Haendel; rare esecuzioni dal vivo), a seguire un’intervista live guidata da Alberto Cantù.
Domenica 30 ottobre, alle ore 18:00 presso il Teatro Comunale A. Ristori, concerto cameristico con la partecipazione di Gitlis, in programma il Quintetto con pianoforte di Robert Schumann (violino Ivry Gitlis e Priya Mitchell, viola David Briatore, violoncello Luigi Puxeddu, pianoforte Andrea Rucli) e una scelta di “piccoli pezzi” da bis con ospite anche il violinista friulano Lucio Degani.
Infine il 1° novembre, un concerto triestino in collaborazione con l’orchestra d’archi “Busoni” diretta da Massimo Belli, in programma un tempo lento da un Concerto di Sebastian Bach e un paio di brani da salotto nella trascrizione dal pianoforte all’orchestra. Al Museo Revoltella alle ore 11:00.
Il tutto, nato da un incontro in Olanda fra Gitlis e Andrea Rucli, pianista e presidente delle Gaggia, con l’esecuzione di Nigun, il più celebre, ebraico estratto dalla Suite Baal Shem di Ernest Bloch. Con, a Trieste, un abbraccio tra l’artista israeliano e la famiglia Gulli (triestino, Franco Gulli è stato uno fra i maggiori violinisti italiani del XX secolo, famoso nel mondo in duo con la moglie Enrica Cavallo); con la presenza di due componenti del Trio di Trieste, grande e compianto gruppo cameristico.
Violinista, come si diceva, che ha fatto il Novecento, Gitlis, è stato in amicizia o discepolanza con i maggiori artisti del XX secolo. Di lui Menuhin, «l’enfant prodige assoluto», ha stilato un folgorante ritratto in due righe: «è un fenomeno da cui scaturisce la musica come una fonte eterna, inesauribile e costante».
L’artista sorgivo e imprendibile - «il collega scatenato»: ancora Menuhin –, amico di Nathan Milstein “l’iconoclasta” («la politica è una cosa troppo importante per lasciarla ai politici»), di Mischa Elman, il nemico giurato di Jascha Heifetz e amico pure di Heifetz “l’inaccessibile”.
L’uomo nella cui vita hanno contato tre donne anzi “tre M”: Maria Callas, Marlène Dietrich e Marian Anderson. L’amico del dimenticato Bruno Maderna che compone una Pièce per Ivry, di Marta Argherich che adora il collega, iconoclasta e libero pensatore, e di Zubin Mehta il quale insiste perché la EMI pubblichi una sua integrale dei Capricci di Paganini – Ivry li studia e li registra in pochi giorni nel 1976 - imperfetta ma folgorante come un formidabile live (esce nel 2007).
Gitlis primo israeliano di scena negli URSS (1963) e artista che preferisce suonare in metro, nelle carceri o per i bambini piuttosto che in una canonica sala da concerto, Che «adora le note false di Fritz Kreisler», il poeta del violino, «forse più vive delle altre». Che può vivere in un barcone sulla Senna anziché fra quattro mura e vuole fare sue le “contaminazioni” (con i Rolling Stones, con Yoko Ono).
Gitlis il violinista di corso internazionale che però collabora anche con François Truffaut e gira un film con un violinista di origine vietnamita, Vinh Pham, nel ruolo profondo del cervello di fronte all’approccio con la musica.
L’artista – ancora – il quale è tra i primissimi a registrare nel 1955, secondo solo a Krasner e Szigeti, il Concerto di Alban Berg. Lettura con cui si guadagna un Grand Prix di Disque per la sensibilità musicale a fior di pelle, il lirismo e la brillantezza. Estremi che si ritrovano – un cd ripubblicato dalla Vox nel 2002 – nei Concerti di Stravinskij (altro Grand Prix) e di Hindemith.
Molti maestri: tanti come nessun altro violinista e secondo una curiosità insaziabile.
Prende lo strumento in mano a cinque anni (studia con Madame Velikovsky, allieva del quartettista Adolph Busch) e a nove tiene il suo primo concerto.
Lo ascolta Bronislaw Huberman, il violinista più sensibile della storia, che lo manda a Parigi (scuola franco-belga) dove, come Menuhin, diviene discepolo di un artista a tutto campo quale Georges Enescu: compositore (grande), direttore, pianista, violinista, divulgatore.
A Londra, nel dopoguerra, mentre debutta alla BBC con la London Philarmonic, rimette in discussione tutto con Carl Flesch, “il didatta dei didatti”. Nel ’51 si trova un altro insegnante, già maestro di Menuhin, che è Théodore Pashkus.
Anche il Gitlis di cui la Vox ha ristampato non molto tempo fa un ritratto a cinque stelle e due cd degli anni 1954-1957: quelli delle prime tournée statunitensi.
E’ The art of Ivry Gitlis e raccoglie i Concerti di Caikovskij, Sibelius, Mendelssohn, quello in sol minore di Bruch, il Secondo e la Sonata per violino solo di Bartok con la (discreta) Vienna Symphony e direttori della statura di Horenstein e Swarowski.
Alberto Cantù
Ivry Gitlis – Biografia sintetica
Nel mondo musicale egli è diventato per molti una figura leggendaria. Nato in Israele, dopo essere stato scoperto da Bronislaw Hubermann che gli aprì le porte del Conservatoire National de Paris (a 12 anni), la sua formazione fu segnata dalle più illustri figure violinistiche del secolo: Georges Enescu, Jacques Thibaud, Carl Flesch. Concertista di fama, oltre a prodursi con le più importanti orchestre e i più grandi direttori, ha fondato vari festival. Il suo primo disco, comprendente il Concerto di Alban Berg, ottenne il "Grand Prix du Disque", mentre sono considerate di particolare referenza le sue registrazioni dei concerti di Paganini, Ciaikovskij, Mendelssohn, Wieniawski, Sibelius, Stravinsky. Con Martha Argerich ha registrato la Sonata a Kreutzer di Beethoven e le sonate di Franck e Debussy. Gitlis è anche un rinomato pedagogo che tiene corsi di perfezionamento in tutto il mondo, regolarmente impegnato in estate al Mozarteum di Salisburgo e in Francia. Ha contribuito spesso al cinema come compositore e come attore, in film di Truffaut e Schlondorff. Nel 1981 il suo libro autobiografico, "L’Âme et la Corde", fu accolto dal favore della critica.
Picture Gallery